Archivio Sergio Ramelli

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L'Avvenire, 1/5/1975

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Il giovane di destra barbaramente ucciso da ultrà
Commosso cordoglio per Sergio Ramelli
Messaggi di Spagnolli e Pertini ai familiari

Il portone incorniciato con un drappo grigio perla, un tricolore, il tavolino per le firme, tanti, tantissimi mazzi di fiori: il numero 40 di via Amadeo appariva così, ieri, ai molti che hanno voluto testimoniare di persona il cordoglio sincero per la morte di un giovane diciannovenne. C'erano anche alcuni amici del "Fronte della Gioventù", c'era un manifestino del fronte in cui si invitava alla pace. Certo non è giusto che i giovani continuino a morire, e a morire nel modo brutale e assurdo di Sergio Ramelli e di tanti altri prima di lui.
    Continuano a pervenire alla famiglia dello studente telegrammi di solidarietà da ogni parte del paese: il Presidente della Camera, Pertini ha definito l'aggressione "vile e criminale", esprimendo il suo commosso cordoglio. Anche il senatore Spagnolli, presidente del Senato, ha inviato un messaggio: "La notizia della morte di suo figlio - dice Spagnolli - mi rattrista profondamente. La giovane vita spezzata è un nuovo, doloroso, pressante monito contro la violenza e per il rispetto della legalità democratica."
    Numerosi altri messaggi, poi, da parte di gente che stimava Sergio per quello che era, un ragazzo simpatico e pieno di vita, legato ad un'ideologia inaccettabile, ma onesto nelle sue idee (del resto ancora non ben maturate) e, come tale, da rispettare. Andrà a riposare per sempre nel cimitero di Lodi, dove già sono sepolti altri familiari, tra i quali il generale Paolo Ramelli, valoroso combattente della Grande Guerra, e Amalia Ramelli, pluridecorata al valor militare per la sua attività instancabile di crocerossina.
    Il corpo del ragazzo è stato sottoposto, nella mattinata, ad autopsia, ma non si sa quando i genitori potranno prelevarlo dal freddo tavolo di marmo dell'obitorio per le esequie, che saranno in forma privata. Le indagini per identificare gli assassini sono ripartite con rinnovato vigore, ma incontrano difficoltà forse insormontabili. Troppo tempo è passato (Sergio è stato in coma ben 48 giorni), troppa omertà c'è in certi ambienti.
    I genitori della vittima hanno già perdonato, si dice, "perchè la colpa non è dei giovani, ma dei loro genitori". Noi non abbiamo parlato con il padre e la madre, ma non dubitiamo che ciò risponda al vero. E' un atto di pace che contribuisce a purificare l'atmosfera da troppi anni ammorbata di Milano.
    C'è voluto l'ennesima vittima, c'è voluto ancora sangue sulle strade, sangue inutile, sprecato: ma forse questa volta il sacrificio di una vita umana non sarà vano. La famiglia Ramelli ha perdonato i carnefici del figlio, "perchè non sanno quello che fanno", è ancora il gesto di Cristo che si ripete, a distanza di duemila anni, nella speranza di un domani migliore per tutti.
 

  Paolo Farneti
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