Note di regia

L'uomo che parla delle donne uccise - dagli uomini

L'uomo che parla delle donne uccise  | materiale multimediale |  rassegna stampa

Pochi spettacoli nascono in tanto tempo e al contempo con tanta urgenza. Questo spettacolo mi ha covato dentro l'animo per almeno tre anni e non è stato facile buttare giù quello che mi agitava l'animo. Finalmente è finito e può calcare le scene. 

Al momento di "licenziare" questo spettacolo sento la necessità di giustificarne la struttura. Perchè un monologo? La domanda è particolarmente seria e stringente in un contesto come quello costituito dal CDRC Firenze, con un larga presenza di attori e attrici - e aspiranti tali. Perchè un testo a un solo personaggio? La risposta è semplice Era necessario che in scena ci fosse un uomo ed era necessario che fosse un uomo solo, specchio delle responsabilità maschile e anche momento di speranza per una crescita dell'uomo stesso. Non potevamo distinguere l'uomo "buono" e l'uomo "cattivo"; non avrebbe avuto senso. Perché, in casi come questi le responsabilità sono collettive. L'uomo che parla delle donne uccise non parla di uomini o di donne importanti. Parla di uomini e donne semplici, che vivono questa vita, che ne riflettono speranze e gusti. Che vivono mille contraddizioni; che sopravvivono, che muoiono, che operano bene e che sbagliano; soprattutto parla di uomini e di donne che collocano mille speranze nella loro vita di coppia. Dietro a questo spettacolo stanno le stesse motivazioni che muovono il progetto Francesca da Rimini. La silenziosa ecatombe delle donne all'interno del rapporto di coppia, che mese dopo mese, anno dopo anno colpisce la pubblica opinione senza causare allarme alcuno.Per il resto vi è poco da dire: l'uomo che parla delle donne uccise è uno spettacolo da vedere. Da vedere senza pregiudizi, specialmente da parte degli uomini.  

Condividi/a>cript src="http://static.ak.fbcdn.net/connect.php/js/FB.Share" type="text/javascript"> Tweet