Archivio Sergio Ramelli

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L'Avvenire, 14/3/1975

Aggrediti due fascisti

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A colpi di spranga a Milano
Aggrediti due fascisti
Uno è in fin di vita all'ospedale

    Altri due gravi episodi di violenza politica ieri a Milano. Un giovane di estrema destra è stato aggredito e picchiato a colpi di spranghe e si trova ora ricoverato in fin di vita al policlinico di via Sforza. Un altro neofascista è stato aggredito nei pressi dell'Università Bocconi, ma le sue condizioni non sono gravi. Il primo si chiama Sergio Ramelli, diciannovenne, abitante in via Amadeo 50, simpatizzante per un movimento neofascista e già noto estremista. Poco prima delle 13 di ieri, mentre tornava a casa da scuola, è stato avvicinato in via Paladini da cinque o sei giovani aderenti a un movimento di opposta fazione politica. Gli aggressori, tutti armati di mazze e spranghe di ferro hanno circondato il Ramelli e lo hanno selvaggiamente picchiato, abbandonandolo poi sul marciapiede. Soccorso da alcuni passanti, il giovane neofascista è stato accompagnato da un'autoambulanza della Croce di S.Rita all'ospedale Fatebenefratelli. Qui i medici lo hanno immediatamente sottoposto ad un intervento chirurgico alla volta cranica completamente fracassata. La prognosi è ovviamente riservata.
    Sergio Ramelli aveva frequentato fino a qualche tempo fa l'istituto Molinari dove si era particolarmente distinto in imprese di marca fascista. Proprio in seguito a questi episodi era stato espulso dalla scuola e, da circa un mese risulta iscritto in un istituto privato.
    Aldo Maletto, 22 anni, abitante a Varese in via Cavour è stato invece aggredito ieri mattina nei pressi della Bocconi. Trasportato al Fatebenefratelli è stato giudicato guaribile in 5 giorni.
 
NOTA 
 Questo è un archivio raccolto a puro titolo di documentazione generale. L'articolo su riportato è un documento importante in quanto consente di farsi un'idea di come parte della stampa dette risalto all'aggressione a Sergio Ramelli. 
 E' prassi comune, in questo archivio, limitarci a riportare i documenti senza alcun tipo di commento. Tuttavia è così ampia e grave la messe di informazioni false e tendenziose presenti in questo articolo che non si può fare a meno di offrire alcune altre informazioni, a beneficio di coloro che, capitando qua per caso, potrebbero farsi un'idea del tutto errata del caso Ramelli. E' opportuno ricordare che: 
versione scannerizzata dell'articolo- Sergio Ramelli non era simpatizzante di un "movimento neofascista", ma membro di un partito politico nel quale erano entrati alcuni padri della Costituzione antifascista. 
- Sergio Ramelli non era un "noto estremista": tutti lo consideravano un ragazzo mite. 
- Sergio Ramelli non si era mai distinto, nella sua scuola, per "imprese di marca fascista": gli stessi avversari politici che frequentavano la sua scuola, richiesti di precisare le loro accuse contro Sergio, non seppero trovare altra evidenza se non il fatto che "era stato visto in motorino con un noto fascista"  (si veda il libro di Melitton). 
- Sergio Ramelli non era stato espulso da scuola secondo un procedimento legale: al contrario era stato più volte picchiato e minacciato in classe: infine era stato sottoposto a un processo "popolare", a scuola, dai suoi stessi compagni e da alcuni tra i professori che capeggiavano la contestazione. I genitori, quindi, per ragioni comprensibili, l'avevano fatto trasferire. 
- La motivazione che aveva portato Avanguardia Operaia ad organizzare il processo popolare contro Sergio Ramelli non era costituita da comportamenti di Sergio, quanto piuttosto dal fatto che Sergio aveva scritto un tema in cui esprimeva valutazioni personali sulle Brigate Rosse. 
 Vale la pena di considerare che l'unica fonte possibile per informazioni distorte come quelle presenti sull'articolo in questione non poteva essere che l'organizzazione che assassinò Sergio, Avanguardia Operaia. Quando Sergio Ramelli morirà L'Avvenire cercherà, in qualche modo, di rimediare, con un articolo di Paolo Farneti (che tuttavia, con una trascuratezza che difficilmente può apparire casuale insiste a definire Sergio un "extraparlamentare") e uno di Zibetti. 
 Per coloro che dovessero dubitare che un articolo come quello su riportato abbia mai potuto comparire su una testata rispettabile come "L'Avvenire" riportiamo, a scanso di equivoci, la versione scannerizzata dello stesso articolo.

 

Queste pagine sono in perenne costruzione. Chiunque voglia contattarci per proporci consigli, o aiuto, o anche solo per segnalarci del materiale non presente in queste pagine può farlo scrivendo a direzione@cdrc.it

 CDRC Coro drammatico Renato Condoleo
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