Archivio Sergio Ramelli

Archivio Ramelli - articoli di giornale

Il Manifesto, 31/3/1987

Ricostruito l'assalto al Bar...

torna agli articoli sul processo
torna agli articoli de Il Manifesto

 

Processo Ramelli
Ricostruito l'assalto al Bar Largo Porto di Classe


MILANO. Si è parlato ancora dell'uccisione di Sergio Ramelli, ma anche dell'irruzione al bar di largo Porto di classe (31 marzo 1976) nella quinta udienza del processo contro 25 ex militanti di Avanguardia operaia. Dalla seconda parte dell'interrogatorio di Giuseppe Ferrari Bravo e da quello di Claudio Colosio è emersa una volta di più la "casualità" con cui i militanti di sinistra dell'epoca individuavano il nemico da colpire. Nessuno dei componenti la squadra di medicina che aggredì Ramelli aveva mai visto in faccia il giovane studente. E quel bar che, un anno dopo, fu incendiato e distrutto (e dove molte persone furono colpite con le chiavi inglesi) aveva semplicemente la reputazione di "luogo di fascisti".
Giuseppe Ferrari Bravo, che dopo la morte (certamente da nessuno voluta) di Sergio Ramelli era piombato in una crisi personale che lo aveva isolato dagli altri compagni, quel 31 marzo di un anno dopo, svolge un ruolo di supporto rispetto alla spedizione contro il bar. Aspetta gli altri all'università, raccoglie le chiavi inglesi in due borse, le porta nell'abbaino di viale Bligny. Come mai, gli viene chiesto, dopo quella crisi cosi grave, è tornato a gesti di violenza nei confronti degli avversari politici? La risposta è semplice (anche se forse poco comprensibile per i componenti di una corte d'assise): "Quello era il mio mondo - risponde Ferrari Bravo - il gruppo politico era gran parte della mia vita, lì c'erano i miei amici". Quello che poi diventa in seguito il concetto di "amicizia" è altro discorso. Ferrari Bravo ad esempio insiste a dire (anche se nei primi interrogatori è più incerto) che all'aggressione a Ramelli ha partecipato anche Antonio Belpiede, il quale invece nega recisamente la circostanza, ed esibisce anche un alibi per quel giorno. Ma il suo coimputato sostiene che quell'alibi è stato concordai tra amici, nel corso di una riunione.
    Nella giornata di ieri è stato sentito anche Claudio Colosio, che deve rispondere dell'omicidio di Ramelli in qualità di partecipante all'azione, anche se con funzioni "di copertura". Colosio (che ha collaborato con i magistrati fin dal momento dell'arresto) ha detto di non essersi reso conto della gravità di quanto accaduto quel giorno fino al primo telegiornale della sera. Il processo riprende oggi.

Tiziana Maiolo
 

Queste pagine sono in perenne costruzione. Chiunque voglia contattarci per proporci consigli, o aiuto, o anche solo per segnalarci del materiale non presente in queste pagine può farlo scrivendo a direzione@cdrc.it 

 CDRC Coro drammatico Renato Condoleo
  vai alla HOME PAGE