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Il Secolo d'Italia, 28/2/1987

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Il processo fissato per il 16 marzo alla Corte d'Assise di Milano

La famiglia Ramelli chiede soltanto giustizia
In una conferenza-stampa, presenti Servello e Tatarella, il segretario prov.le La Russa ha detto che la madre di Sergio si costituirà parte civile - Una lettera degli imputati pubblicata da "Destra politica"

MILANO - Si è tenuta ieri al Palazzo di Giustizia, organizzata dalla Federazione milanese del Msi-Dn, una conferenza stampa del Segretario provinciale avv. Ignazio La Russa, sul processo Ramelli che si aprirà il 16 marzo prossimo davanti alla Corte d'Assise di Milano.
Alla conferenza stampa hanno partecipato il Vicesegretario vicario del Msi-Dn on. Servello che ha puntualizzato e preannunziato le iniziative del partito nel corso del processo Ramelli che "saranno anche correlate all'atteggiamento degli altri gruppi politici"; l'on. Tatarella dell'Ufficio politico del partito nella qualità del direttore con l'on. Martinat del periodico missino "Destra Politica" che pubblicherà nel prossimo numero la lettera degli imputati a mamma Ramelli, il consigliere comunale De Corato e i dirigenti Gussoni e Coltella.
In qualità di Segretario provinciale del Msi-Dn, La Russa ha portato la solidarietà del Segretario del partito, on. Almirante, a Mamma Ramelli per l'impostazione data nella costituzione di parte civile.
L'avv. La Russa - che assiste mamma Ramelli nella costituzione di parte civile - ha sostenuto, nel corso dell'affollata conferenza stampa, che nel corso della lunghissima istruttoria, durata oltre 10 anni ma che, di fatto, ha positivamente perseguito l'obiettivo di far luce sul tragico episodio solo nel periodo in cui l'indagine è stata condotta dai giudici Grigo e Salvini, la famiglia Ramelli e la parte politica a cui Sergio apparteneva non hanno mai chiesto "vendetta" e anzi si sono sempre rigorosamente astenuti da qualsiasi comportamento che potesse, anche in minima parte, essere interpretato come indebita interferenza o, peggio, come strumentalizzazione.
    Anche quando i giudici istruttori hanno infine individuato e raggiunto gli imputati dell'odioso delitto - ha detto La Russa - la famiglia Ramelli e il Msi-Dn hanno ritenuto di non intervenire, nel corso dell'istruttoria, con la costituzione di parte civile proprio a significare da un lato la piena fiducia nei magistrati inquirenti e dall'altro la perdurante intenzione di non turbare, nemmeno con l'esercizio di un loro legittimo diritto, l'azione della giustizia che desideravano proseguisse senza possibilità di strumentali polemiche o fumose, depistanti divagazioni che spesso hanno caratterizzato processi di natura analoga.
Ora, a pochi giorni dall'inizio del processo - ha continuato La Russa - la famiglia Ramelli e il Msi-Dn ritengono doveroso affermare, ancora una volta ed in forma esplicita, che da questo processo si aspettano quella giustizia a lungo attesa che non hanno mai disperato di ottenere. Non vendetta, dunque, e nemmeno "pene esemplari", ma sacrosanta giustizia.
Con questo spirito la madre di Sergio Ramelli, alla quale è spiritualmente vicina l'intera comunità umana e politica del Msi-Dn, si costituirà parte civile nel processo. Nel corso dell'istruttoria la sig.ra Ramelli ha ricevuto, da un gruppo di imputati, una lettera in cui, fatto rilevante, coloro che vedevano in Sergio Ramelli e nei giovani come lui il nemico da abbattere, si debbano ricredere e forse comprendere come una intera generazione sia stata sacrificata sull'altare di un odio innaturale.
    "La speranza è - ha concluso La Russa - che dalla giustizia e dalla profonda riflessione di tutti nasca una società più giusta. Questo Sergio voleva e per questo non sarà morto invano".


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